Un autovelox

In Italia la sentenza della Corte di Cassazione non ha il valore di legge: ma è un precedente che pesa come un macigno e che diventa determinante per la decisione dei giudici che già in gran parte, davano ragione ai ricorrenti anche prima di questo pronunciamento. La sostanza è che la Corte di Cassazione ha dato ragione a un cittadino trevigiano che sosteneva che la macchinetta era soltanto approvata ma non omologata, condizione necessaria ma non sufficiente, quindi la multa va stracciata.

La sostanza però è che nessun autovelox in Italia è a norma, per la stessa ragione. Ovvero «nessun ente può rilasciare certificati di omologazione», lo ha assicurato Eltraff ovvero la stessa società che realizza gli apparecchi per la rilevazione della velocità. A Repubblica l’ha confermato lo stesso ministero dei Trasporti: «Non esistono dispositivi omologati, mancano gli standard europei e nazionali».

L’omologazione del dispositivo è prevista dall’articolo 142 del comma 6 del Codice della strada del 1992, ma manca il regolamento ministeriale che doveva stabilire come eseguire l’omologazione, con quali criteri, parametri e soprattutto da parte di chi. Nel 2020 una circolare ministeriale ha cercato di mettere una pezza equiparando, sostanzialmente, approvazione con omologazione. Ma non è bastato a convincere la Corte.

Rispetto a una simile sentenza le amministrazioni comunali tremano perché rischiano di dovere rinunciare alle ingenti risorse derivanti dalle sanzioni, oltre a vedersi costrette a pagare le spese legali. Intanto cresce il numero di quanti stanno facendo ricorso alle multe per la velocità rilevata fuori dai limiti consentiti attraverso queste apparecchiature che «non sono omologate».

Per i ricorrenti è importante sapere che al momento non esistono in Italia apparecchiature di rilevazione della velocità omologate, semplicemente perché manca il regolamento ministeriale necessario. Perché le multe vengano annullate serve fare ricorso. Per le apparecchiature non basta l’omologazione ma occorre anche l’approvazione e la taratura e per sapere se un certo autovelox possiede le certificazioni necessarie i riferimenti devono essere indicati nel verbale di contestazione della sanzione. Per fare ricorso bisogna rivolgersi al prefetto entro 60 giorni o al giudice di pace entro 30 giorni dall’emissione della sanzione. In questo ultimo caso va pagata la marca da bollo. Chi ha già pagato non può fare ricorso.

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